Sunday, 2 March 2008

quando quando quando... io non verrò

Quando in un fazzoletto di terra israeliani e palestinesi si sterminano sotto la benedizione dell'Occidente e con il tacito assenso dell'Oriente.
Quando a Sanremo suona musica che avrebbe trovato antica persino mia nonna (ma Baudo sta già sfruttando la criogenia?!).
Quando lasciarsi sfuggire la parola "stronzo" sul palco basta per essere definito anticonformista (seppure Chiambretti si meritasse peggio che quell'insulto).
Quando Elio e le storie tese, la Gialappa's, le Iene, Striscia e Fiorello diventano l'unica forma alternativa e/o di pseudo-denuncia della tv.
Quando i TG sono peggio dei rotocalchi.
Quando gli autisti dei bus lasciano a piedi vecchiette e ubriachi.
Quando penso che la cura contro il cancro non l'abbiamo trovata, ma che esistono le bombe intelligenti (magari dovrebbero cercarla loro la cura!).
Quando vedo che quello che scrivo è la solita solfa da dieci anni e che cambiano i mezzi, ma il problema è sempre lo stesso.
Quando penso che un mio coetaneo vive sotto scorta per essere nato nel posto sbagliato, con cuore e fegato in contrasto alle abitudini di omertà della sua terra.
Quando vedo la gente fuggire per finire in mete uguali al luogo di partenza.
Quando sento chi si lamenta di non avere abbastaza soldi...
Beh, quando quando quando per la testa mi passano tutti questi pensieri mi viene un po' la nausea... e mi fa un po' schifo il mondo di cui faccio parte.
Io per la prima volta lascio la mia scheda elettorale dov'è, nel cassetto. Il 13/14 aprile non torno in Italia. Rinuncio al mio diritto e non compio il mio dovere. Non sento più il voto come forma di espressione (nemmeno come scheda nulla).
Preferirei che rinunciassimo tutti ad andare alle urne e che, piuttosto, ci presentassimo armati di scopa di saggina, a piedi o in bici, a ramazzare le strade, a parlare, chiacchierare, discutere, magari persino litigare, per finire la sera, stanchi morti, davanti a un piatto di pasta, un bicchiere di vino. Con la TV spenta...

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