335 giorni fa scrivevo un posto salutando mio zio.
Oggi mi ritrovo a scriverne uno per salutare mia zia.
Vi ho rivisti entrambi nel 2013 per l'ultima volta. Non sapevamo sarebbe andata così.
Nessuno sa mai che andrà così.
Non saprei da dove cominciare a raccontare della persona sorridente, sempre pronta a scherzare, ma anche a rispondere senza filtro, a scaldarsi, nel bene e nel male. Una fonte di energia che tutti immaginavamo inesauribile.
E invece il futuro riservava sfide difficili. E ingiuste.
Mi mancheranno la gioia, la complicità, la capacità di vedere tutto dal lato migliore.
L'ultima volta ti ho vista stanca, eri l'ombra di te stessa, e ti dava fastidio.
Cara zia Paola, quanto ti ho voluto bene.
Che destino stronzo.
E che male che fa.
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Monday, 9 January 2017
Sunday, 21 February 2016
Così, d'improvviso. Ciao zio.
Stamattina, mentre mi svegliavo e recuperavo dalla mia prima anestesia totale, mio zio Vittorio si sedeva in macchina e si addormentava per non svegliarsi più.
Mio zio Vittorio. Una delle persone più intraprendenti, solari, dolci che abbia mai conosciuto. Il fratello maggiore di mio papà, la persona che aveva attraversato l'Italia da sud a nord in vespa, per potersi prendere cura della famiglia dopo che suo papà, mio nonno, era venuto a mancare e lui era ancora giovane, come giovani erano le sue sorelle e i suoi fratelli.
Una persona che ti mostrava orgogliosa il suo orto, che sapeva fare tutto, che rideva e si arrabbiava allo stesso modo, con passione.
Lo zio che si ricordava che da piccolino mio fratello Andrea voleva fare il pastore e io l'inventrice. Che ha sempre voluto bene a me e ai miei fratelli, a mia mamma e a mio papà.
Siamo una famiglia lontana, sparsa su un raggio di km ampio, ma l'affetto non è mai mancato.
Zio mi dispiace non essere lì, ma sei con me, sempre. La tua risata grassa mi resta nel cuore. Tu con i tuoi limoni e mandarini cinesi l'ultima volta che ci siamo visti.
È tutto così improvviso e sconvolgente... ciao zio, mi mancherai tanto, tienici d'occhio da lassù... come hai tenuto d'occhio tutti noi nipoti sempre.
Mio zio Vittorio. Una delle persone più intraprendenti, solari, dolci che abbia mai conosciuto. Il fratello maggiore di mio papà, la persona che aveva attraversato l'Italia da sud a nord in vespa, per potersi prendere cura della famiglia dopo che suo papà, mio nonno, era venuto a mancare e lui era ancora giovane, come giovani erano le sue sorelle e i suoi fratelli.
Una persona che ti mostrava orgogliosa il suo orto, che sapeva fare tutto, che rideva e si arrabbiava allo stesso modo, con passione.
Lo zio che si ricordava che da piccolino mio fratello Andrea voleva fare il pastore e io l'inventrice. Che ha sempre voluto bene a me e ai miei fratelli, a mia mamma e a mio papà.
Siamo una famiglia lontana, sparsa su un raggio di km ampio, ma l'affetto non è mai mancato.
Zio mi dispiace non essere lì, ma sei con me, sempre. La tua risata grassa mi resta nel cuore. Tu con i tuoi limoni e mandarini cinesi l'ultima volta che ci siamo visti.
È tutto così improvviso e sconvolgente... ciao zio, mi mancherai tanto, tienici d'occhio da lassù... come hai tenuto d'occhio tutti noi nipoti sempre.
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Wednesday, 25 March 2015
Ciccia
I don't know what would I give to here him call me ciccia once again...
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Thursday, 11 October 2012
Have you ever felt this way before?
Have you ever felt like you really want to cry hard, shout, let tears out, punch something until your energies leave your body and you drop effortless and tired on the bed?
And have you ever done it?
I haven't. Yet. But I feel like it. Now.
I've been lucky enough in my life to have few misadventures and the few times they happened I felt like I could handle anything.
I still feel like I can handle it, but my stomach hurts and I also feel like I have no time to cry.
And have you ever done it?
I haven't. Yet. But I feel like it. Now.
I've been lucky enough in my life to have few misadventures and the few times they happened I felt like I could handle anything.
I still feel like I can handle it, but my stomach hurts and I also feel like I have no time to cry.
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Wednesday, 29 August 2012
La terra sotto i piedi
Quello che hanno in comune tristezza e felicitá: riescono entrambe a farti mancare la terra sotto i piedi.
Se si stratta di felicitá le nuvole bastano a tenerti su, non serve altro, se é tristezza si apre il baratro.
Notizie che non ti aspetti, che cambiano il futuro, che avviano un processo vorticoso di pensieri. Pensare a tutte le soluzioni, a cosa sará, a come fare, a cosa voler essere.
Le risposte sembrano ovvie, ma i dubbi restano e resta il groppo in gola ogni volta che ci penso.
E penso all'egoismo. Che non mi piace, ma é a volte necessario. Istinto di sopravvivenza?
Quando aspettare il futuro é piú doloroso che guardare al passato.
Preparare le spalle a sopportare un peso che non deve essere un peso, perché cosí va la vita e va affrontata a cuore aperto, fa male e fa bene.
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Saturday, 2 January 2010
dialogo in famiglia
premetto che riportare i dialoghi non mi viene, non lo faccio mai, proprio perché non riesco a rendere il tono della conversazione...
vorrei tanto imitare la mia amica EsterS che invece ha uno stile fantastico e mi fa crepare dal ridere ogni volta che riporta quelli della sua famiglia.
ma stavolta ci provo, perché lo scambio di battute che ha coinvolto me e i miei ieri è stato ridicolo:
mamma: lascia stare i piatti, li faccio io.
io: mamma, faccio io, non mi dà fastidio.
NOTA: le due battute qui sopra si ripetono sempre, matematicamente identiche, ogni volta che mi avvicino all'acquaio dopo un pasto.
mamma: ma lascia stare!
io: mamma, me lo dici ogni volta e ogni volta ti dico che non mi dà fastidio.
La mamma lascia la cucina.
papà: Eh... la vecchiaia.
due secondi due di pausa.
papà: ma lascia stare i piatti, li faccio io dopo.
io > :|
vorrei tanto imitare la mia amica EsterS che invece ha uno stile fantastico e mi fa crepare dal ridere ogni volta che riporta quelli della sua famiglia.
ma stavolta ci provo, perché lo scambio di battute che ha coinvolto me e i miei ieri è stato ridicolo:
mamma: lascia stare i piatti, li faccio io.
io: mamma, faccio io, non mi dà fastidio.
NOTA: le due battute qui sopra si ripetono sempre, matematicamente identiche, ogni volta che mi avvicino all'acquaio dopo un pasto.
mamma: ma lascia stare!
io: mamma, me lo dici ogni volta e ogni volta ti dico che non mi dà fastidio.
La mamma lascia la cucina.
papà: Eh... la vecchiaia.
due secondi due di pausa.
papà: ma lascia stare i piatti, li faccio io dopo.
io > :|
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Wednesday, 15 April 2009
non è routine
la routine è relativa.
un intervento di routine è di routine per il medico, non per il paziente, né per i parenti del paziente.
la routine non è la sala d'attesa dell'ospedale per 9 ore. non è l'ultima ora in cui friggi perché il chirurgo non esce e le 6 ore previste per l'intervento sono bell'e che passate. non è il corridoio della terapia intesiva da dove, dietro un vetro, osservi le facce dei medici intorno a un letto per cercare di capire com'è la situazione. non è interpretare i ritardi degli aggiornamenti giornalieri da parte dei dottori di turno, immaginando che se non escono è perché c'è qualcuno che sta male... chi è quel qualcuno? non è fissare da lontano un torace per verificare che si alzi e si abbassi. non è vedere tubi che entrano e escono da tutte le parti e 5 flebo appese di fianco al letto.
la routine non è rimanere tranquilli anche quando per 3 giorni di fila ti dicono che il prossimo passo è il reparto e invece resta in ostaggio in terapia intensiva. «I motivi non sono clinici, non c'è posto di sopra», dicono, ma in fondo a immaginare il peggio ci vuole poco.
Forse la routine è quella del monologo finale di Trainspotting, forse è anche un po' meglio... ma in sti giorni nulla era routine. nemmeno la stanchezza alla sera.
un intervento di routine è di routine per il medico, non per il paziente, né per i parenti del paziente.
la routine non è la sala d'attesa dell'ospedale per 9 ore. non è l'ultima ora in cui friggi perché il chirurgo non esce e le 6 ore previste per l'intervento sono bell'e che passate. non è il corridoio della terapia intesiva da dove, dietro un vetro, osservi le facce dei medici intorno a un letto per cercare di capire com'è la situazione. non è interpretare i ritardi degli aggiornamenti giornalieri da parte dei dottori di turno, immaginando che se non escono è perché c'è qualcuno che sta male... chi è quel qualcuno? non è fissare da lontano un torace per verificare che si alzi e si abbassi. non è vedere tubi che entrano e escono da tutte le parti e 5 flebo appese di fianco al letto.
la routine non è rimanere tranquilli anche quando per 3 giorni di fila ti dicono che il prossimo passo è il reparto e invece resta in ostaggio in terapia intensiva. «I motivi non sono clinici, non c'è posto di sopra», dicono, ma in fondo a immaginare il peggio ci vuole poco.
Forse la routine è quella del monologo finale di Trainspotting, forse è anche un po' meglio... ma in sti giorni nulla era routine. nemmeno la stanchezza alla sera.
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Sunday, 22 March 2009
Wednesday, 29 October 2008
su messenger con la mamma
mentre scrivo sto anche chattando con mia mamma su messenger, per aggiornarla, per dirle che stamattina mi sono svegliata con la neve, che ho sentito quelli del college che hanno avviato la procedura per la mia assunzione, che non ho freddo, che mi è passato il raffreddore, che va tutto bene e che deve scaricare la posta del suo centro. dialogo:
Io: mamma ti ricordi di scaricare la posta del centro?
mamma: sì, per farlo devo aprire thunderBALL, vero?
Io: sì, thunderBIRD, mamma.
stasera è nato un nuovo browser di posta. :)
Io: mamma ti ricordi di scaricare la posta del centro?
mamma: sì, per farlo devo aprire thunderBALL, vero?
Io: sì, thunderBIRD, mamma.
stasera è nato un nuovo browser di posta. :)
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My life in London
Wednesday, 17 September 2008
Thursday, 11 October 2007
Londra-Pavia e ritorno
La lunghezza di questo post potrebbe essere imbarazzante...
Facciamo che segno titoli e capitoli così chi ha fretta si legge solo quello che vuole (che potrebbe essere anche solo i titoli!).
1. Rientro in Italia (28 sett / 4 ott). Non ho avvisato quasi nessuno del mio passaggio solo perché sapevo che non avrei avuto tempo per salutarvi tutti. Quindi chiedo scusa a tutti quelli che non sono riuscita a vedere.
2. Gita a Bologna. Alice è stupenda! Attendo la foto testimonianza che zia-gine c'è! ;)
In più la road trip è stata piacevole grazie alla compagnia del viaggio!!! Very honored, girl.
3. La posta / La banca / La posta. Praticamente questo è stato il mio modo di passare i giorni in Italia.
4. Il ritorno. Mi hanno accompagnato mamma e fratelli, ovvero la famiglia Ferraro in viaggio. Risultato: aereo preso per un pelo e un lancio del ciuccio durante il volo. Il giro turistico per Londra durato 5 faticosissimi, ma per fortuna piacevoli, giorni ha incluso: neologismi britannici inventati dalla mamma, tazzoni di caffè da Starbucks, camminate infinite, appuntamenti mancati, il concerto di Muti che dirige la Chicago Synphony, metropolitane chiuse, nemmeno una goccia di pioggia, la guida della città, rilegata anni fa con tanto amore da papà Vince, dimenticata in un McDonald's, parchi e strade della city, non sempre raggiunti volontariamente.
5. Questione lavoro: ho ricevuto 2 telefonate da un'agenzia che seleziona personale per il settore dell'Information Technlogy, settimana prossima spero di avere qualche colloquio. (Bella la prima telefonata col tizio... non ricordavo di aver mandato il curriculum a quest'agenzia... doh2!)
Ok. Let's start.
1. Parto venerdì 28 da Stansted, arrivo a Bergamo Orio al Serio, devo incrociare il papà di Elena che mi deve lasciare quello che Ele aveva dimenticato in Italia nella visita precedente. Ho la descrizione del babbo-Manenti, ma nessuno gli corrisponde... Finché non vedo un ragazzo con in mano un foglio e stampata c'è la mia foto con Ele!!! Una foto segnaletica per riconoscermi! E' uno dei fratelli, mi consegna la robbbba, ehehe, per la velocità con cui abbiamo effettuato la consegna, sembrava davvero contrabbando! Ci presentiamo e ci salutiamo velocemente, mi offre un passaggio a Bergamo, ma devo andare a Milano!
Esco e vedo "Orio Shuttle", ma non c'è l'autista... penso che io ho fatto il biglietto a Stansted perché il pullman partiva alle 7... caxxo, sono le 7! Allora non è quella! Mi giro e vedo il pullman Terranova (se non ricordo male), sta partendo! Zaino in spalla e scatto felino, il ragazzo che c'è sulla banchina frena l'autista e mi fa salire, lo ringrazio dicendo THANK YOU e poi mi ricordo che sono in Italia! L'autista è piuttosto sportivo e mi ricorda i bus driver della capitale inglese, solo che lui non sembra arrabbiato con nessuno. Probabilmente sogna solo di guidare a Monza. Morale della favola Aeroporto di Bergamo-Milano Stazione Centrale: 50 minuti! Mio fratello era partito prima da Pavia e praticamente siamo arrivati in contemporanea!
Cena, saluti in piazza e alla Vaccì "allergicata".
Vi vorrei descrivere le facce della Sarda e della Vaccì quando mi hanno vista... un fantasma fa lo stesso effetto??? Praticamente era come se non fossi mai partita. Che strana sensazione. I due mesi che a Londra mi erano sembrati tamto tempo, un po' per la vicenda della casa, del lavoro, un po' per la mancanza di routine, un po' per chissà cos'altro, si sono dissolti in un secondo e gli "ape-gine" di saluto sembravano robe della sera prima!
Eppure riabbracciare le persone è più bello se arrivi da un po' più lontano del solito e se non le vedi da un po' più tempo del solito.
Sabato caffè. Grazie a chi c'era e grazie della super-bomboletta spray per pulire il carpet, ancora non ho avuto tempo di testarla, ma lo farò! Un salto a Stradella e uno a Redavalle, un tour in Oltrepò non me lo sono negato.
Domenica tranquilla (anche se l'aperitivo non poteva mancare). Lunedì è cominciato il ping pong tra banca e posta per questioni burocratiche... bello il container della posta centrale! :S
Va beh, insomma, direi che in quei giorni ho fatto le commissioni. Punto.
2. Meta: Bologna. Dopo le tante promesse fatte agli sposini bolognesi di andarli a trovare, decido di farlo quando ho pochi giorni per stare in Italia... sono un genio. Ma il motivo c'è: Alice. E' nata il 1° settembre, quindi devo andare a darle il benvenuto su questo pianeta anch'io! La buon'anima di Carlotz accetta di accompagnarmi in questo tour... pensavo in un paio d'ore di viaggio di arrivare... invece ce ne mettiamo 2 e mezza abbondanti (ho saltato il cartello "Padova", "Gine, occhio, non si vede, fa attenzione", infatti... l'ho saltato). Quando arriviamo Alice ha appena finito di mangiare, ha fatto il ruttino e mamma Irene me la piazza in braccio senza timori, la bimba non fa una piega, dorme, la mamma è da qualche parte lì vicino e le basta. Noi mangiamo e lei dorme, noi chiacchieriamo e lei dorme (non l'ho sempre tenuta in braccio, tranquilli, va beh che è piccola, ma non ho due braccia così!). Poi è il turno di Carlotz. Anche lì, braccia promosse. La piccola gradisce.
Salutata Irene ci avviamo verso Bologna, piccola deviazione in centro, Torre della Garisenda e Torre dell'Asinello, piazza Maggiore e Emanuela Pierantozzi, olimpionica di judo. Giaggià, grazie all'artista Carlotz faccio questa conoscenza (perché dopo il judo la Pierantozzi mi diventa scultrice). Diciamo che ci offre da bere e non osiamo contraddirla, perché vabbè le spalle da pallanuotista di Carlotz, ma vi assicuro che il fisico della judoka incute un po' di paura!
3. Oltre al banca/posta/banca, sono riuscita a stampare un mini portfolio (che tra l'altro non ho ancora impaginato). Mercoledì partita dell'Italia (EUROBASKET FEMMINILE), davanti alla tv: io, Silvia e mio papà (a tratti, lui è di quelli "Papà vuoi vedere la partita?", "Se è bella sì"... ma io che ne so se è bella quando non è ancora cominciata?!?). Comunque non è stata bella... siamo state eliminate dalla Bielorussia (poi arrivata incredibilmente terza).
Vedi Nu perché sei il mio play preferito??? ;) Zara mi ha delusa, senza benzina da quasi subito... :(
4. Momento dei saluti, di nuovo! Silvietta mi accompagna dall'allergicata (ma già migliorante) Vaccì, poi saluto anche lei. Riesco anche ad accompagnare il babbo a comprare un nuovo cellulare (per la cronaca Enri: non rimane tutto nero lo schermo... rimane non illuminato, ma con le scritte!).
Comincio a fare le valigie. Il progetto è: siamo in 4 a viaggiare, ma i miei si fermano 5 gg, quindi 3 valigie sono per me e una per loro, tanto hanno anche i bagagli a mano. Morale: ho portato su anche la trampuntina gentilmente offerta da Boo&Sara, yes!!! c'è stato tutto... ho solo dimenticato la tavoletta ottica! Ma il canestrino campeggia in camera!
Il viaggio della family: partiamo alle 7 da casa, il volo è alle 10, a Bergamo. Peccato non aver calclato l'ora di punta della tangenziale milanese!!!
Guido io (altrimenti mi innervosisco). Coda sulla statale, coda in tangenziale. Alle 8.53 siamo alla barriera di Milano, l'agitazione in macchina era salita abbastanza... il check-in chiude 40 min prima del volo, vuol dire 9.20. Vedo l'indicazione per l'autostrada Torino-Venezia... ovviamente entro nell'ultimo casello per l'uscita di Agrate e me ne accorgo solo quando vedo 1,40 € sul display! NOOOOO deve'essere 1,80! La vocina di mio fratello dietro... "Gine, abbiamo sbagliato casello"... PORCA PALETTA! Esco ad Agrate, faccio un giro inutile, con manovra da ritiro della patente, seguendo il cartello depistante "aeroporti", rientro in coda ad Agrate, riprendiamo l'autostrada, qui si viaggia e non si può sbagliare, arriviamo davanti all'areoporto, ore 9.17 siamo al check-in, praticamente lanciamo le borse sul nastro, l'hostess ci consegna i biglietti e ci dice 9.20 all'imbarco, chiamo mio papà e gli dico di non parcheggiare perché noi stiamo passando dal via e non riesce a salutarci. Va beh, ci siamo risparmiati le fastidiose attese in aeroporto.
Saliti sull'aereo siamo sull'ala e Andrea soffre un po' il volo... in più in fase di discesa il pilota fa due o tre giri prima di scendere e il bimbo che è due file dietro di me si spazientisce e decide di lanciare il ciuccio! Una mira pazzesca, un futuro cecchino dalla linea dei 6,25, tira, colpisce il poggia testa del sedile davanti al mio (tabellone) e finisce ai miei piedi... io non ho realizzato immediatamente cosa fosse, ma quando mi sono abbassata per raccogliere l'UFO (oggetto non identificato) e ho visto essere un ciuccio... beh, non ce l'ho fatta a non ridere, mentre restituivo il proiettile alla mamma!
Atteriamo sul suolo della Regina amante del gin e porto la family a casa mia. I commenti della mamma sulla casa sono stati assenti (pessimo segnale), ma sulla camera credo che abbia valutato un 6, 6+.
Del giro turistico vi risparmio i dettagli, abbiamo visto le solite cose: National Gallery, British Museum, blablabla... però sabato siamo stati fortunati... Ele, musicista, mi aveva detto che c'era Muti che dirigeva la Chicago Synphony. Mamma e fratellino sono patiti di musica classica... il biglietto costava "solo" 65£, ma arrivando in ritardo e trovando una ragazza simpatica e gentile alla cassa succede anche che ti siedi al posto da 65£, platea, pagandone £15 e nell'intervallo ti becchi pure la sciura ottantenne o giù di lì che mio fratello conosce perché... VA ALLA MOTONAUTICA DI PAVIA!!! MA DAI!
Comunque: concerto spettacolare, io non avevo mai ascoltato qualcosa di classico dal vivo... la Chicago Synphony diretta da Muti... ora me la posso anche tirare un po'! ;) E quello stupidotto di mio papà, che adora la musica classica, è rimasto a casa!!! Mi sa che ha rosicato un po'. Anche perché (solito tatto della famiglia Ferraro) appena ho preso i biglietti la mamma ha mandato un sms al Vince "Stiamo entrando a sentire Muti" che caRRRRRina!
Altre cose: la mamma ha chiesto la chiave in hotel alla reception chiamandola DEFT, e nessuno di noi sa da dove gli è uscito DEFT. Si è bruciata la lampadina in camera e si è presentata, sempre alla reception, con un "It is no light in the bedroom", però ci è andata molto vicina, grande! Il fratellino ha ordinato qualcosa da mangiare ed è arrivato qualcos'altro. Abbiamo scoperto che lentil sono le lenticchie. Carlo non ha problemi a farsi capire nemmeno in Inghilterra, ma gli inglesi non gli sono simpatici, fa schifo come mangiano e gli fanno passare ai raggi X le scarpe in aeroporto!
5. Del lavoro ho detto tutto nel titolo/riassunto!
Facciamo che segno titoli e capitoli così chi ha fretta si legge solo quello che vuole (che potrebbe essere anche solo i titoli!).
1. Rientro in Italia (28 sett / 4 ott). Non ho avvisato quasi nessuno del mio passaggio solo perché sapevo che non avrei avuto tempo per salutarvi tutti. Quindi chiedo scusa a tutti quelli che non sono riuscita a vedere.
2. Gita a Bologna. Alice è stupenda! Attendo la foto testimonianza che zia-gine c'è! ;)
In più la road trip è stata piacevole grazie alla compagnia del viaggio!!! Very honored, girl.
3. La posta / La banca / La posta. Praticamente questo è stato il mio modo di passare i giorni in Italia.
4. Il ritorno. Mi hanno accompagnato mamma e fratelli, ovvero la famiglia Ferraro in viaggio. Risultato: aereo preso per un pelo e un lancio del ciuccio durante il volo. Il giro turistico per Londra durato 5 faticosissimi, ma per fortuna piacevoli, giorni ha incluso: neologismi britannici inventati dalla mamma, tazzoni di caffè da Starbucks, camminate infinite, appuntamenti mancati, il concerto di Muti che dirige la Chicago Synphony, metropolitane chiuse, nemmeno una goccia di pioggia, la guida della città, rilegata anni fa con tanto amore da papà Vince, dimenticata in un McDonald's, parchi e strade della city, non sempre raggiunti volontariamente.
5. Questione lavoro: ho ricevuto 2 telefonate da un'agenzia che seleziona personale per il settore dell'Information Technlogy, settimana prossima spero di avere qualche colloquio. (Bella la prima telefonata col tizio... non ricordavo di aver mandato il curriculum a quest'agenzia... doh2!)
Ok. Let's start.
1. Parto venerdì 28 da Stansted, arrivo a Bergamo Orio al Serio, devo incrociare il papà di Elena che mi deve lasciare quello che Ele aveva dimenticato in Italia nella visita precedente. Ho la descrizione del babbo-Manenti, ma nessuno gli corrisponde... Finché non vedo un ragazzo con in mano un foglio e stampata c'è la mia foto con Ele!!! Una foto segnaletica per riconoscermi! E' uno dei fratelli, mi consegna la robbbba, ehehe, per la velocità con cui abbiamo effettuato la consegna, sembrava davvero contrabbando! Ci presentiamo e ci salutiamo velocemente, mi offre un passaggio a Bergamo, ma devo andare a Milano!
Esco e vedo "Orio Shuttle", ma non c'è l'autista... penso che io ho fatto il biglietto a Stansted perché il pullman partiva alle 7... caxxo, sono le 7! Allora non è quella! Mi giro e vedo il pullman Terranova (se non ricordo male), sta partendo! Zaino in spalla e scatto felino, il ragazzo che c'è sulla banchina frena l'autista e mi fa salire, lo ringrazio dicendo THANK YOU e poi mi ricordo che sono in Italia! L'autista è piuttosto sportivo e mi ricorda i bus driver della capitale inglese, solo che lui non sembra arrabbiato con nessuno. Probabilmente sogna solo di guidare a Monza. Morale della favola Aeroporto di Bergamo-Milano Stazione Centrale: 50 minuti! Mio fratello era partito prima da Pavia e praticamente siamo arrivati in contemporanea!
Cena, saluti in piazza e alla Vaccì "allergicata".
Vi vorrei descrivere le facce della Sarda e della Vaccì quando mi hanno vista... un fantasma fa lo stesso effetto??? Praticamente era come se non fossi mai partita. Che strana sensazione. I due mesi che a Londra mi erano sembrati tamto tempo, un po' per la vicenda della casa, del lavoro, un po' per la mancanza di routine, un po' per chissà cos'altro, si sono dissolti in un secondo e gli "ape-gine" di saluto sembravano robe della sera prima!
Eppure riabbracciare le persone è più bello se arrivi da un po' più lontano del solito e se non le vedi da un po' più tempo del solito.
Sabato caffè. Grazie a chi c'era e grazie della super-bomboletta spray per pulire il carpet, ancora non ho avuto tempo di testarla, ma lo farò! Un salto a Stradella e uno a Redavalle, un tour in Oltrepò non me lo sono negato.
Domenica tranquilla (anche se l'aperitivo non poteva mancare). Lunedì è cominciato il ping pong tra banca e posta per questioni burocratiche... bello il container della posta centrale! :S
Va beh, insomma, direi che in quei giorni ho fatto le commissioni. Punto.
2. Meta: Bologna. Dopo le tante promesse fatte agli sposini bolognesi di andarli a trovare, decido di farlo quando ho pochi giorni per stare in Italia... sono un genio. Ma il motivo c'è: Alice. E' nata il 1° settembre, quindi devo andare a darle il benvenuto su questo pianeta anch'io! La buon'anima di Carlotz accetta di accompagnarmi in questo tour... pensavo in un paio d'ore di viaggio di arrivare... invece ce ne mettiamo 2 e mezza abbondanti (ho saltato il cartello "Padova", "Gine, occhio, non si vede, fa attenzione", infatti... l'ho saltato). Quando arriviamo Alice ha appena finito di mangiare, ha fatto il ruttino e mamma Irene me la piazza in braccio senza timori, la bimba non fa una piega, dorme, la mamma è da qualche parte lì vicino e le basta. Noi mangiamo e lei dorme, noi chiacchieriamo e lei dorme (non l'ho sempre tenuta in braccio, tranquilli, va beh che è piccola, ma non ho due braccia così!). Poi è il turno di Carlotz. Anche lì, braccia promosse. La piccola gradisce.
Salutata Irene ci avviamo verso Bologna, piccola deviazione in centro, Torre della Garisenda e Torre dell'Asinello, piazza Maggiore e Emanuela Pierantozzi, olimpionica di judo. Giaggià, grazie all'artista Carlotz faccio questa conoscenza (perché dopo il judo la Pierantozzi mi diventa scultrice). Diciamo che ci offre da bere e non osiamo contraddirla, perché vabbè le spalle da pallanuotista di Carlotz, ma vi assicuro che il fisico della judoka incute un po' di paura!
3. Oltre al banca/posta/banca, sono riuscita a stampare un mini portfolio (che tra l'altro non ho ancora impaginato). Mercoledì partita dell'Italia (EUROBASKET FEMMINILE), davanti alla tv: io, Silvia e mio papà (a tratti, lui è di quelli "Papà vuoi vedere la partita?", "Se è bella sì"... ma io che ne so se è bella quando non è ancora cominciata?!?). Comunque non è stata bella... siamo state eliminate dalla Bielorussia (poi arrivata incredibilmente terza).
Vedi Nu perché sei il mio play preferito??? ;) Zara mi ha delusa, senza benzina da quasi subito... :(
4. Momento dei saluti, di nuovo! Silvietta mi accompagna dall'allergicata (ma già migliorante) Vaccì, poi saluto anche lei. Riesco anche ad accompagnare il babbo a comprare un nuovo cellulare (per la cronaca Enri: non rimane tutto nero lo schermo... rimane non illuminato, ma con le scritte!).
Comincio a fare le valigie. Il progetto è: siamo in 4 a viaggiare, ma i miei si fermano 5 gg, quindi 3 valigie sono per me e una per loro, tanto hanno anche i bagagli a mano. Morale: ho portato su anche la trampuntina gentilmente offerta da Boo&Sara, yes!!! c'è stato tutto... ho solo dimenticato la tavoletta ottica! Ma il canestrino campeggia in camera!
Il viaggio della family: partiamo alle 7 da casa, il volo è alle 10, a Bergamo. Peccato non aver calclato l'ora di punta della tangenziale milanese!!!
Guido io (altrimenti mi innervosisco). Coda sulla statale, coda in tangenziale. Alle 8.53 siamo alla barriera di Milano, l'agitazione in macchina era salita abbastanza... il check-in chiude 40 min prima del volo, vuol dire 9.20. Vedo l'indicazione per l'autostrada Torino-Venezia... ovviamente entro nell'ultimo casello per l'uscita di Agrate e me ne accorgo solo quando vedo 1,40 € sul display! NOOOOO deve'essere 1,80! La vocina di mio fratello dietro... "Gine, abbiamo sbagliato casello"... PORCA PALETTA! Esco ad Agrate, faccio un giro inutile, con manovra da ritiro della patente, seguendo il cartello depistante "aeroporti", rientro in coda ad Agrate, riprendiamo l'autostrada, qui si viaggia e non si può sbagliare, arriviamo davanti all'areoporto, ore 9.17 siamo al check-in, praticamente lanciamo le borse sul nastro, l'hostess ci consegna i biglietti e ci dice 9.20 all'imbarco, chiamo mio papà e gli dico di non parcheggiare perché noi stiamo passando dal via e non riesce a salutarci. Va beh, ci siamo risparmiati le fastidiose attese in aeroporto.
Saliti sull'aereo siamo sull'ala e Andrea soffre un po' il volo... in più in fase di discesa il pilota fa due o tre giri prima di scendere e il bimbo che è due file dietro di me si spazientisce e decide di lanciare il ciuccio! Una mira pazzesca, un futuro cecchino dalla linea dei 6,25, tira, colpisce il poggia testa del sedile davanti al mio (tabellone) e finisce ai miei piedi... io non ho realizzato immediatamente cosa fosse, ma quando mi sono abbassata per raccogliere l'UFO (oggetto non identificato) e ho visto essere un ciuccio... beh, non ce l'ho fatta a non ridere, mentre restituivo il proiettile alla mamma!
Atteriamo sul suolo della Regina amante del gin e porto la family a casa mia. I commenti della mamma sulla casa sono stati assenti (pessimo segnale), ma sulla camera credo che abbia valutato un 6, 6+.
Del giro turistico vi risparmio i dettagli, abbiamo visto le solite cose: National Gallery, British Museum, blablabla... però sabato siamo stati fortunati... Ele, musicista, mi aveva detto che c'era Muti che dirigeva la Chicago Synphony. Mamma e fratellino sono patiti di musica classica... il biglietto costava "solo" 65£, ma arrivando in ritardo e trovando una ragazza simpatica e gentile alla cassa succede anche che ti siedi al posto da 65£, platea, pagandone £15 e nell'intervallo ti becchi pure la sciura ottantenne o giù di lì che mio fratello conosce perché... VA ALLA MOTONAUTICA DI PAVIA!!! MA DAI!
Comunque: concerto spettacolare, io non avevo mai ascoltato qualcosa di classico dal vivo... la Chicago Synphony diretta da Muti... ora me la posso anche tirare un po'! ;) E quello stupidotto di mio papà, che adora la musica classica, è rimasto a casa!!! Mi sa che ha rosicato un po'. Anche perché (solito tatto della famiglia Ferraro) appena ho preso i biglietti la mamma ha mandato un sms al Vince "Stiamo entrando a sentire Muti" che caRRRRRina!
Altre cose: la mamma ha chiesto la chiave in hotel alla reception chiamandola DEFT, e nessuno di noi sa da dove gli è uscito DEFT. Si è bruciata la lampadina in camera e si è presentata, sempre alla reception, con un "It is no light in the bedroom", però ci è andata molto vicina, grande! Il fratellino ha ordinato qualcosa da mangiare ed è arrivato qualcos'altro. Abbiamo scoperto che lentil sono le lenticchie. Carlo non ha problemi a farsi capire nemmeno in Inghilterra, ma gli inglesi non gli sono simpatici, fa schifo come mangiano e gli fanno passare ai raggi X le scarpe in aeroporto!
5. Del lavoro ho detto tutto nel titolo/riassunto!
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